Storie di Fotografia: intervista con Stefano Corso
Martedì 20 febbraio ho intervistato Stefano Corso, titolare dello studio fotografico Camera 42 e presidente dell’Associazione Riscatti. Ho conosciuto Stefano in occasione di una Summer School della SISF (Società Italiana per gli Studi Fotografici) a Pieve Tesino (TR) e da lì, siamo rimasti in contatto.
L’anno scorso sono passata al PAC di Milano per salutarlo e visitare la mostra fotografica “Riscatti. Per me si va tra la perduta gente”, un progetto fotografico che ho apprezzato moltissimo per il lavoro didattico svolto dai volontari dell’Associazione nelle carceri italiani e per i risultati raggiunti dai detenut* e dagli agenti di polizia penitenziaria che hanno raccontato la loro quotidianità, tenendo tra le mani una macchina fotografica.
Chi è Stefano Corso
Appassionato di street photography, storia del Novecento, nuove tecnologie e antiche macchine fotografiche, divide la sua vita tra Roma e Berlino.
Si occupa da anni di fotografia sociale, tramite l’Associazione Ri-scatti di cui è Presidente.
Nel 2014 ha pubblicato il volume fotografico “We Will Forget Soon”, come coautore, frutto di una ricerca sulla presenza dell’Armata Rossa nell’ex DDR. Da 7 anni lavora alla catalogazione di un vecchio archivio fotografico di inizio 900, da cui nasce il progetto “Chi è Cufter?” e l’omonimo romanzo edito da Castelvecchi.
Diretta sul canale YouTube di Case di Fotografia: di cosa abbiamo parlato
La prima volta che Stefano Corso mi ha parlato del suo libro Chi è Cufter?, ho subito pensato alla vicenda di Vivian Maier, nome ormai noto a chi si occupa di fotografia. La sua produzione è stata salvata dall’oblio da John Malhoof, agente immobiliare e appassionato di collezionismo che ha deciso di acquistare dei polverosi scatoloni pieni di negativi e di indagare sulla misteriosa identità di una baby sitter di New York con la passione per la fotografia.
La storia di Stefano Corso è altrettanto affascinante e inizia con la scoperta di 65 cassette di legno contenenti foto su vetro realizzate da un autore vissuto nel secolo scorso.
Si tratta di una collezione di fotografie stereoscopiche, concepite per una visione binoculare in grado di restituire tridimensionalità all’immagine.
La stereoscopia, un’antenata dei visori per la realtà aumentata, veniva ottenuta accostando due scatti simili ma non identici, realizzati con una fotocamera biottica, che simulava la distanza interpupillare.
Durante l’intervista sul canale YouTube di Case di Fotografia abbiamo ripercorso le tappe del progetto, seguendo gli spostamenti di Cufter da Trieste a Messina, provando a capire come stabilire la datazione di una fotografia a partire dagli appunti del fotografo e tramite al confronto con le foto contemporanee di una piazza o una strada, realizzate dallo stesso punto di vista.
Per conoscere tutti i dettagli di questa storia avvincente, t’invito a guardare l’intervista completa!
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📷 Michele Smargiassi – giornalista
📷 Gaetano Cartone – fotografo di moda
📷 Maria Chiara Bonora – fotografa e fondatrice di Riaperture Photo Festival
📷 Claudia Amatruda – artista visiva
📷 Fabio Moscatelli – fotografo
📷 Luigi Cecconi – fotografo
📷 Valentina De Santis – fotografa documentarista
📷 Mario Capriotti – fotografo documentarista e membro del collettivo Polaroads
📷 Henry Ruggeri – fotografo di concerti live
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