I pattern in fotografia come elementi compositivi
Chuck Fishman, Girls chorus at folkloric festival in the Tatra mountains of southern Poland (1979)
Il significato del pattern
Pattern è un termine di origine inglese che significa “campione o modello”; deriva dal latino medievale patronus e fa riferimento al patron, ossia al maestro, una guida che indica la strada da seguire.
Oggi questa parola è usata in diversi ambiti: nelle scienze umane si riferisce a un sistema di comportamenti e di valori comune ad un gruppo umano, nell’intelligenza artificiale il pattern è connesso al machine learning e consiste nella classificazione degli oggetti in categorie, nella struttura narrativa è uno schema che si ripete, nella moda identifica le fantasie dei tessuti (tartan, animalier, floreale, pois).
In fotografia, e anche nella grafica, la parola pattern rappresenta una caratteristica formale dell’immagine: la ripetizione di linee o forme a intervalli regolari.
Il pattern come regola compositiva
Il pattern è una regola compositiva, proprio come la simmetria centrale, le cornici o la suddivisione in terzi. Il fotografo può utilizzare questa regola in modo consapevole per rendere più forte l’immagine o comunicare meglio un concetto.
La teoria della percezione ha ampiamente dimostrato che l’occhio umano è attratto dalle forme che si ripetono in modo regolare nello spazio. Secondo la Gestalt un insieme di cerchi o triangoli vengono messi in relazione tra loro se sono disposti a intervalli regolari; al contrario, quando le forme geometriche occupano lo spazio in modo casuale, queste non vengono percepite come un insieme.
Il pattern possiamo osservarlo in natura, nelle città, nelle piccole cose che ci circondano. Proviamo a fare qualche esempio per comprenderne meglio le caratteristiche.
Tipi di pattern in fotografia
Per semplificare possiamo suddividere i pattern fotografici in quattro categorie:
- regolare: ripetizione ordinata di elementi che riempiono il fotogramma
- imperfetto: ripetizione di elementi uguali non regolare o di elementi simili
- multiplo: sono presenti più pattern all’interno del frame
- interrotto: uno o più elementi rompono il pattern
Pattern regolare
Possiamo definire regolare il pattern che riempie completamente il fotogramma in modo ordinato. Nella fotografia di Stuart, scattata durante l’Independence Day a Città del Messico, i soggetti sono disposti a distanza regolare, guardano tutti nella stessa direzione e vestono gli stessi abiti.
Pattern imperfetto
Il pattern può essere imperfetto, come la disposizione delle barche a vela nella Barcolana, la regata più grande del mondo che si svolge ogni anno a Trieste o la composizione di piante succulente fotografata da Dan Kitwood per Getty Images.
Pattern multipli
Oltre ai pattern perfetti e irregolari, esistono anche i pattern multipli, che hanno un grande potere magnetico sull’osservatore.
Andreas Gursky ha utilizzato due pattern diversi per delimitare la linea d’orizzonte di un vasto, vastissimo magazzino che sembra raccogliere tutte le merci del mondo. Il soggetto della foto è un deposito di Amazon e capiamo bene che questa foto dalla resa lenticolare non è un esercizio di stile, ma una sintesi visiva della mission aziendale, basata sulla globalizzazione e sul consumismo.
Un altro esempio di pattern multiplo è ben rappresentato da questo scatto in cui l’uomo in primo piano sistema la copertura della sua bancarella con i teli che svolazzano e in secondo piano il simbolo della città di Jaipur: il Palazzo dei venti, con il suo pattern riconoscibile che completa magnificamente l’immagine.
Pattern interrotti
Infine possiamo avere i pattern interrotti, quando un elemento rompe lo schema regolare per catturare l’attenzione di chi guarda.
Un esempio è questa fotografia di Steve McCurry del 1996, scattata a Rajasthan durante l’Holi Festival. Il punto di vista è cruciale: se il fotografo si fosse trovato nel bel mezzo dei festeggiamenti difficilmente sarebbe riuscito ad ottenere questo effetto visivo. L’attenzione cade sull’uomo in verde sostenuto da un gruppo di uomini vestiti di rosso con i volti dipinti dello stesso colore. La pavimentazione, dalle tonalità magenta, crea continuità e contribuisce a spostare l’attenzione verso il centro dell’immagine. Qui il pattern è stato interrotto dall’introduzione di un elemento simile, ma di colore differente. La regola infranta conferisce forza all’immagine e la scelta dei colori conduce lo sguardo verso il volto dell’uomo in verde, che sorride chiudendo gli occhi.
Dove trovare i pattern: natura e città
Nel capitolo precedente abbiamo visto quattro tipologie di pattern (regolare, imperfetto, multiplo e interrotto) in base alla disposizione degli elementi e analizzato le fotografie di alcuni autori internazionali che hanno utilizzato questa regola compositiva.
In questa sezione vedremo insieme dove trovare i pattern più interessanti per le tue fotografie. All’inizio non sarà semplice individuarli: serve un po’ di allenamento e di attenzione selettiva.
Il pattern in natura
Le celle esagonali di un alveare, la struttura di una ragnatela sono alcuni degli innumerevoli casi di ripetizione ordinata di linee, strisce e forme geometriche.
Il pattern in natura è sinonimo di ordine e bellezza.
Un altro esempio? La veduta aerea delle brulle montagne dell’Afghanistan in cui il letto del fiume, ormai prosciugato, contribuisce a rendere l’immagine surreale, come i fondali in carta crespa del presepe. Anche l’uomo, nel processo di antropizzazione del territorio ha dato vita ai pattern come i coloratissimi campi di tulipani in Olanda fotografati da Peter Dejong.
Il pattern in città
Dai campi di tulipani, progettati accuratamente dall’uomo, alle grandi opere architettoniche e di urbanistica il passo è breve: gli isolati del quartiere Eixample di Barcellona seguono un rigido schema ortogonale, interrotto soltanto dalla Avinguda Diagonal, che taglia la città in due con un angolo di 25° rispetto alle altre strade.
Il pattern determina il ritmo di una struttura architettonica, scolpisce il paesaggio conferendo regolarità, ma può comunicare anche sensazioni negative, come questa serie del fotografo tedesco Wolf.
Architecture of Density di Michael Wolf rende bene l’idea di una città ipertrofica in cui l’individuo occupa uno spazio insignificante, a differenza delle città rinascimentali a misura d’uomo. Hong Kong non è altro che un insieme di moduli abitativi spersonalizzati che differiscono soltanto per colore. Il fotografo esclude volontariamente il cielo per rendere ancora più evidente la densità abitativa della megalopoli.
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